mercoledì 26 ottobre 2011

Carthago delenda est

Oggi è stata una bella giornata per noi lavoratori della Laika: sono stati nostri ospiti il presidente della Provincia di Firenze Andrea Barducci, i consiglieri ed assessori provinciali, i sindaci ed alcuni assessori di San Casciano e Tavarnelle nonché i rappresentanti delle organizzazioni sindacali presenti in azienda. Abbiamo parlato del nuovo stabilimento, delle prospettive di occupazione che darà al territorio, della ricchezza che il lavoro rappresenta per la nostra Terra (volutamente con la maiuscola). Una bella giornata dicevo, come lo è stata la giornata di ieri, che ha visto la firma in Regione dell'accordo per la valorizzazione dei reperti archeologici rinvenuti sul terreno su cui dovrà sorgere il nuovo stabilimento.
E proprio dai reperti voglio far partire questa mia riflessione.
Questa sera ho letto un articolo della nutrita rassegna stampa su Laika (ogni giorno almeno tre o quattro articoli; penso che sulla crisi economica che attanaglia il paese si stia scrivendo molto ma molto meno) apparso sul Corriere della Sera (il Corriere Fiorentino), a firma Pancho Pardi (Senatore IDV).

L'ho dovuto leggere due volte.
Tre volte...

"Possibile che abbia scritto quello che ha scritto?", mi son detto.
Riporto l'articolo integralmente, magari qualcuno riuscirà a darne una chiave di lettura diversa da quella che gli ho attribuito io.


Mi par di capire dalle conclusioni a cui giunge il Senatore Pardi, che lui prospetterebbe due soluzioni:
a) inglobare i reperti all'interno della struttura dell'erigendo stabilimento Laika;
b) interrare il tutto dopo aver catalogato e documentato (e buona notte ai suonatori!).

Noi non siamo competenti, anzi, siamo incompetenti - oltre che ignoranti e sciocchi (ma simpatici) così come Archeocoso ci ha etichettati - , in una materia così complessa come l'archeologia, ma abbiamo tirato un sospiro di sollievo quando abbiamo visto che non c'era l'opzione: c) spargere napalm sulle macerie!!!
Si, perché NOI lavoratori Laika, benché etichettati dai comitati e da alcuni politici come "quelli che vogliono sfrattare gli Etruschi" (anche se a casa mia sfratto significa "mettere sulla strada", senza dare alternative; la soluzione prevista dall'accordo firmato in Regione prevede invece una "nuova casa" per i reperti. Non ho mai conosciuto padroni che sfrattano e si preoccupano di trovare un'altra casa all'inquilino!), NOI lavoratori, dicevo, a questi reperti ci teniamo, vogliamo che siano valorizzati e resi fruibili, così come teniamo ed abbiamo a cuore il nostro territorio e il benessere che da esso possiamo trarre, perché noi in questa terra ci abitiamo, ci lavoriamo, ci viviamo. E siamo così attaccati ad essa da non volercene allontanare; vogliamo lavorare qui, dove sono nate le nostre famiglie, dove sono i nostri ricordi e dove ci piace far crescere i nostri figli.

Ma andiamo con ordine:
punto a) - ci pare proprio una bella idea! Ma come, proprio voi che vi siete stracciati le vesti e avete gridato allo scandalo dicendo che si sarebbe messo a repentaglio un BENE PUBBLICO così importante come i reperti rinvenuti a Ponterotto, adesso ci venite a dire che QUEL BENE PUBBLICO dovrebbe essere inglobato in una STRUTTURA PRIVATA (pertanto, per definizione, non aperta al pubblico) e reso fruibile SOLO E SOLTANTO alla clientela. Ma che bell'idea del BENE PUBBLICO e della sua fruibilità! La soluzione trovata dalle AUTORITA' COMPETENTI IN MATERIA, salvaguarda la fruibilità del bene e lo rende disponibile A TUTTI I CITTADINI che vorranno visitarlo. Non soltanto ai clienti di Laika. Senza contare il fatto che un'operazione del genere comporterebbe una modifica consistente del progetto con relativo nuovo avvio della macchina burocratica, delle autorizzazioni, varianti, modifiche, ratifiche, richieste di pareri etc etc etc... e gli anni passano!!!

punto b) - Ora, noi l'abbiamo detto più volte che siamo ignoranti e sciocchi (ma simpatici) e pertanto incompetenti, ma questa soluzione ci fa tornare indietro con la memoria di qualche anno, quando la maestra a scuola ci spiegava le Guerre Puniche:
"... Cartagine fu rasa al suolo; sul luogo fu passato l'aratro e nei solchi fu sparso del sale"
Ci domandiamo cosa sarebbe successo se queste idee avessero albergato nelle menti degli amministratori che decisero delle sorti del tempio di Abu Simbel (per dirne una); forse oggi potremmo visitarlo soltanto se dotati di maschera e respiratore: sarebbe sotto metri e metri di acqua; e invece, a quanto ci risulta, quell'ARCHEOPATACCA (perché di questo si tratta in base ai canoni individuati dai comitati) attira ogni anno milioni e milioni di visitatori.

Ci dispiace Senatore Pardi, non ci ha convinti... neanche questa volta!!!